Cima Teide - 3718mt - Tenerife
A Tenerife si può camminare dal mare fino a più di 3700m di quota: una buona premessa per la mia vacanza alle Canarie!
E' già passato un anno dalla mia vacanza a Tenerife, e l'escursione che ricordo di più è sicuramente quella alla sua cima più alta, il Pico del Teide, coi suoi 3718 metri.
Se aveste intenzione di seguire le mie orme su questo itinerario, partiamo dai prerequisiti: per salire ci vuole un permesso! Il Pico del Teide è all'interno di un parco nazionale, che rilascia i permessi per salire. Ci sono tre opzioni per poter salire alla cima:
- affidarsi ad una guida, che otterrà il permesso per tutti i partecipanti
- richiedere al Parco Nazionale un permesso per salire da soli: in alcuni periodi dell'anno è necessario prenotare con almeno tre mesi di anticipo, vengono rilasciati 200 permessi al giorno, ma la richiesta è molto alta
- dormire al Rifugio Altavista: il rifugio ha 54 posti letto, e chi pernotta ha il permesso di salire alla cima, purché si ridiscenda entro le ore 9 - orario in cui iniziano le salite con il permesso ordinario.
Molti di quelli che salgono col permesso ordinario si portano in quota con la funivia del Teide, e percorrono solamente l'ultimo tratto a piedi (circa 200m di dislivello). Io ho deciso di pernottare al Rifugio Altavista, per godermi la stellata a 3200m di quota, e per salire sulla cima all'alba.
Sono partita quindi da quota 2300m, dove ho lasciato la macchina, per salire lungo la sterrata della Montana Blanca, in un paesaggio lunare a cui sicuramente non siamo abituati qui sulle Alpi.
Veniamo subito alle raccomandazioni: portatevi tanta acqua, copritevi dal sole e scarpe buone! Io ho fatto la mia salita a febbraio, e durante il giorno vi assicuro che il caldo era quasi insopportabile per me. Siamo a quote medio alte, vicino all'equatore e in un'area dove gli alisei soffiano instancabili: l'equazione per disidratazione e colpi di sole è completa. Pur non essendo un percorso particolarmente tecnico, il terreno vulcanico può essere insidioso per chi non vi è abituato, e una semplice caduta su queste pietre taglienti può trasformarsi rapidamente in una brutta avventura: una calzatura adeguata vi consentirà di godervi tranquillamente il panorama!
La sterrata parte in leggera salita, e in circa 4,5 km si salgono i primi 400m di dislivello, arrivando ad una sella tra Montana Blanca e il sentiero che prosegue verso il Teide. Ci si trova nel tipico paesaggio vulcanico esplosivo: il terreno è coperto di pomice, la vegetazione è quasi assente, ma si tratta di un'area di altissimo valore ecologico e paesaggistico.
Qui appaiono gli huevos del Teide, enormi macigni rotondeggianti: si tratta di sfere vulcaniche di accrescimento, formatesi con frammenti di lava che rotolando giù per il pendio si sono ingranditi per fermarsi poi ai piedi della colata (effetto palla di neve).
Superata la Montana Blanca, la strada sterrata si trasforma in sentiero, e la pendenza aumenta decisamente (in alcuni tratti raggiunge il 60%).
Il sole qui non lascia scampo, e le riserve d'acqua, nonostante non si tratti di una escursione lunghissima, sono fondamentali.
Si sale a piccoli zig zag tra le pietre taglienti, e in circa 2,4km si superano i 500m che ci separano dal Rifugio Altavista.
Con i suoi 3260m di quota il Rifugio Altavista è l'edificio più alto della Spagna, una volta utilizzato come base per gli studi nel parco, ora è un comodo punto di appoggio per gli escursionisti.
Per noi dolomitici, abituati a rifugio che sono quasi hotel, questo posto è alquanto singolare. Fino alle 17 è aperta solo la sala centrale con i suoi distributori automatici (acqua, caffé, bibite e snack), alle 17 apre anche la cucina, dove ognuno può cucinare il cibo che ha portato per sé. All'apertura lo staff convoca i pernottanti uno per uno, consegna un sacchetto per riportare a valle i propri rifiuti, spiega il funzionamento della cucina e assegna un letto in camerata. Il rifugio è aperto fino alle 22, le camerate aprono alle 19.
La mia notte in Rifugio è stata praticamente un incubo, perché i miei compagni di camerata - forse vittime della quota - non hanno avuto un attimo di pace per tutta la notte e non mi hanno lasciato dormire...
Poco importa, alle 5:30 suona la sveglia e si riparte! La stellata che si gode da lassù è incredibile.
Dopo una leggera e veloce colazione, accendo la pila frontale e mi incammino in direzione della cima.
Sempre in ripida salita, in questo deserto di pomice, si salgono altri 300m di dislivello fino al Mirador de la Fortaleza, poi si inizia il lungo traverso che porta in direzione della stazione di arrivo della funivia.
Da qui, superato il tornello dove di giorno le guardie controllano i permessi, si prosegue lungo la "rambleta", il ripidissimo tratto finale che conduce alla cima, tra lame di pietra ed eruzioni solforose.
Arrivo alla cima in fretta, e siamo solo in due. Passa il tempo, e pur avendo scelto la salita con pernotto in rifugio, all'alba la piccola cima è piuttosto affollata.
Lo spettacolo del sole che sorge sull'oceano è da togliere il fiato.
Scendendo si può concatenare la traversata fino al Pico Viejo, per continuare a godere delle bellezze di questo paesaggio brullo e meraviglioso per tutto il giorno!
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